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IMPRESA FAMILIARE … I PRO E CONTRO


Mettere su un’impresa familiare offre vantaggi e svantaggi meritevoli di un’analisi approfondita.

L'impresa familiare è una delle più semplici ed elementari forme di impresa, di fatto, l'impresa familiare viene collocata nell'ambito dell'impresa individuale, (soggetta al pagamento dell’Irpef - commi 4 e 5 dell’articolo 5 del Tuir, Testo Unico sull'Imposta dei Redditi), soprattutto per il fatto che ad avere la responsabilità dell'impresa è unicamente il titolare. La principale caratteristica è quella di dare all'imprenditore la possibilità di usufruire del lavoro dei parenti senza necessariamente costituire una società, possono partecipare, in veste di collaboratori, il coniuge, gli affini fino al secondo grado (i suoceri, i cognati) e i parenti (figli, zii e nipoti) fino al terzo grado. La prestazione lavorativa dei familiari deve essere abituale e prevalente. Ciò vuol dire che il servizio prestato presso l'azienda del familiare deve prevalere su altre attività lavorative. La forma societaria dell’impresa familiare è nata con la legge 19 maggio 1975 n. 151, ovvero dalla famosa riforma del diritto di famiglia; per la precisione, l’articolo che regola l’impresa familiare è il 230 bis del codice civile, lo stesso recita che “Il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o nell'impresa familiare ha diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia e partecipa agli utili dell’impresa familiare ed ai beni acquistati con essi nonché agli incrementi dell’azienda, anche in ordine all'avviamento, in proporzione alla quantità e alla qualità del lavoro prestato.”

Infatti i familiari che vestono il ruolo di collaboratori all'impresa familiare oltre ai doveri hanno una serie di diritti come: il diritto di intervenire nelle decisioni relative all'impresa, sia ordinarie che straordinarie; il diritto di partecipare agli utili, ma non alle perdite dell’impresa perché ne risponde solo l’imprenditore con il suo patrimonio; il diritto di preferenza se c’è la volontà di cedere a terzi l’impresa.

Ai fini fiscali l’impresa familiare, può essere costituita con atto notarile deve contenere i dati del titolare dell'impresa e dei collaboratori familiari, il grado di parentela che intercorre tra loro e, ovviamente, la loro sottoscrizione, in questo modo, infatti, l'impresa a conduzione familiare viene riconosciuta fiscalmente e permette di usufruire di alcuni benefici fiscali.

In alternativa all'atto notarile, l'imprenditore, può decidere di costituire la propria impresa familiare stipulando un contratto nella forma di una scrittura privata autenticata, la quale deve essere autenticata da parte di un pubblico ufficiale.

La costituzione ha effetto dall'anno successivo, in pratica chi costituisce oggi l’impresa familiare né otterrebbe gli effetti fiscali dalla dichiarazione dei redditi da presentare per l’anno dopo.

Ma vediamo insieme cosa bisogna fare per avviare un’impresa familiare:

Per prima cosa, è necessario aprire la partita Iva, iscrivere l'impresa familiare presso il Registro delle Imprese, ed infine recarsi da un notaio per firmare l'atto pubblico o in alternativa redigere la scrittura privata autenticata.

I primi due passaggi, ovvero l'apertura della partita Iva e l'iscrizione al Registro delle Imprese, possono essere svolti on line tramite un professionista abilitato, dopo si potrà procedere con la redazione dell’atto pubblico o una scrittura privata.

L’impresa familiare dal punto di vista fiscale ha diversi vantaggi, In primo luogo, i costi per la costituzione per questo tipo di impresa sono abbastanza contenuti, è adattissima per le piccole realtà, anche perché gode del regime agevolato fiscale “per trasparenza“, quello che per l’appunto permette di assegnare il reddito in modo proporzionale a imprenditore e collaboratori e che, di conseguenza, evita che la tassazione Irpef sia scaricata interamente sul titolare.

Il reddito è tassato in capo al titolare con le aliquote Irpef, comprese le addizionali comunali e regionali, per la sua quota di utile, mentre per le quote di reddito spettanti ai collaboratori familiari le imposte vengono da questi ultimi liquidate e versate. In ogni caso al titolare non può spettare una quota inferiore al 51% ed il 41% ai familiari. Il titolare provvede invece a liquidare interamente l’Irap.

Inoltre in caso di scioglimento dell’impresa familiare, oppure se un familiare recede, non è necessario l’intervento di un notaio, ma basta una semplice scrittura privata;

Dunque da una parte ci sono i vantaggi burocratici e di tassazione uniti al fatto che chi fonda l’impresa familiare rimane unico proprietario. Dall'altro, però, ci sono i costi esosi dei contributi che per un’attività con dei redditi esempio inferiori a 15-20 mila euro all'anno, visto l’obbligo del versamento previdenziale minimo di circa 3.465 euro annui, il carico previdenziale potrebbe essere superiore al vantaggio fiscale.

Gli svantaggi, di un’impresa familiare riguardano la forma giuridica: essendo sostanzialmente una ditta individuale, il titolare dell’impresa è il responsabile di eventuali debiti contratti dalla società; gli altri familiari, che partecipano alla gestione, non rischiano del proprio patrimonio. In caso di fallimento o insolvenza, dunque, l’imprenditore può fallire e ne risponde anche con il proprio patrimonio personale.

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