Con che cosa verranno sostituiti i voucher?
Nel 2012 i voucher sono stati liberalizzati, chiunque poteva essere pagato tramite voucher e ogni tipo di impresa poteva acquistarli per remunerare i propri lavoratori. Secondo molti, questo sistema così flessibile aveva permesso una serie di abusi: per esempio, alcune imprese invece che assumere dipendenti si affidavano a una serie di lavoratori pagati con voucher che si alternavano ai macchinari che normalmente avrebbe dovuto utilizzare un unico operaio con un contratto regolare.
Per questo ed altri motivi, il Governo ha optato per la cancellazione totale dei voucher lavoro, i quali non potranno più essere utilizzati non solo dalle imprese ma anche dalle famiglie. I voucher già acquistati potranno essere usati o rimborsati entro la fine del 2017.
Ciò che tutti si chiedono, soprattutto imprenditori e datori di lavoro, è se qualche altra misura verrà approvata in sostituzione dei voucher lavoro.
Le ipotesi in campo, dopo l'approvazione del decreto legge che ha abolito i voucher è quella “momentaneamente” di utilizzare strumenti che esistono già come i contratti di prossimità, si tratta di una particolare tipologia di contratto di secondo livello, sottoscritto a livello aziendale o territoriale, è in grado di derogare (in senso migliorativo e peggiorativo) alla disciplina del contratto collettivo nazionale e della legge è efficace ed applicabile a tutti i lavoratori interessati, se approvato nel rispetto del criterio maggioritario e rispetta i limiti stabiliti dalle norme della Costituzione e i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro.
Questa tipologia di contratti di prossimità, possono servire a regolamentare le forme contrattuali atipiche: contratti a termine, contratti a orario ridotto, modulato o flessibile; inoltre, possono rimuovere i limiti anagrafici individuati dalla legge sul contratto a chiamata i mini job è questa un’alternativa valida consentita dall’art. 8 della legge 148/2011 rispetto ai tradizionali contratti presenti nell’ordinamento.
Il modello dei mini jobs, ovvero “ contratto a chiamata”, difatti, retribuisce i lavoratori solo quando prestano effettivamente attività lavorativa, con un con un meccanismo, dunque, simile a quello dei voucher (retribuisce i lavoratori solo quando prestano effettivamente attività lavorativa). Purtroppo è limitato, ai soli lavoratori con meno 24 anni di età o almeno 55 anni di età e a sole 400 giornate nell’arco di 3 anni.
Sul versante delle famiglie, anche esse “orfane” della possibilità di usufruire dei voucher, la soluzione alla quale si starebbe pensando è, invece, quella attualmente prevista in Francia, dove l'assunzione di colf e badanti avviene per il tramite di una piattaforma telematica alla quale si iscrivono le famiglie che ricercano tali figure e gli aspiranti lavoratori. L’INPS parrebbe disponibile a gestire tale servizio.
Il passaggio dal lavoro accessorio a questi strumenti contrattuali, non sarà indolore, perché in tutti i casi i datori di lavoro dovranno gestire più adempimenti e più complessi: stipula del contratto, elaborazione di un cedolino paga o documento equivalente, comunicazioni obbligatorie ecc, senza che questa maggiore complessità produca un reale incremento di tutele per i lavoratori.